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L’Accademia,
che disponeva di una propria “libreria", a metà
dell’800 decise di estendere la consultazione delle opere
possedute, oltre che agli studiosi, ai cittadini di Modigliana e di dare vita
cosi a una biblioteca pubblica.
Inoltre, per ampliare la dotazione esistente, rivolse un caldo appello
ai propri soci e agli stessi modiglianesi perché donassero
libri. La risposta fu largamente positiva, sia localmente (grazie in
particolare alle "gentili concittadine"), sia da parte degli
Incamminati sparsi in Italia e in Europa, quali
Giampietro Vieusseux (cui si deve la raccolta del "Giornale Agrario
Toscano"), Gaetano Brey, Luigi Carlo Farini, Angelo Renzi
dell’lstituto Storico di Francia, Bernardo Zaydler di
Varsavia, Adriano Balbi, Saint-Antoine.
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Nel marzo 1850 la "Biblioteca pubblica" dell’Accademia
aprì ufficialmente i battenti, e il 30 giugno il Segretario
delle Corrispondenze, Avv. G. Papiani poteva indirizzarsi ai colleghi
lncamminati con queste parole: "Un altro bel fatto vi sta
d’innanzi, o riveriti Colleghi...
Voi avete sotto gli occhi una Biblioteca nascente formata non
già con rendite pecuniarie che l’Accademia nostra
non ha, ma con la rendita morale del credito e dell’affetto
dei nostri Soci, dei nostri Concittadini: credito apprezzabile, da cui
l’Accademia stessa progressivamente acquista sempre maggiore
titolo con la sua solerte operosità" (Estratto dei Rapporti
ecc., pag. 4).
Nel successivo Congresso Economico Deliberativo del 6 giugno, il socio
Padre Venanzio Pistelli, direttore delle Scuole Pie, "onde
assicurarne per sempre l’esistenza, anche nel caso che
l’Accademia venisse a mancare, suggeriva di "raccomandare...
la già cominciata biblioteca" al
patrio Municipio perché "voglia farsene
protettore" (Libro degli Atti dell’Accademia. anno
1850}.
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